Terre di Lavoro

Il Paesaggio interpretato e comunicato attraverso l'identità lavorativa dei Territori.

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Adrianesimo

La vita di uomo e della sua impresa sintetizzano e realizzano l’essenza del lavoro italiano. La Business School affonda le sue radici teoriche nel pensiero di Adriano Olivetti.

Adriano Olivetti

L’esperienza dell’azienda Olivetti (fondata da Camillo Olivetti nel 1908 e poi portata alla piena maturità dal figlio Adriano, che nel 1938, a trentasette anni, ne diviene presidente e ne resta ai vertici fino alla morte improvvisa nel 1960) costituisce una delle più interessanti vicende imprenditoriali, a livello mondiale, per quanto riguarda l’applicazione dei principi del lavoro italiano all’agire d’impresa.

L’Olivetti di Adriano è il laboratorio in cui per circa tre decenni si distillano e miscelano i caratteri del lavoro italiano.

Un’esemplare esperienza di lavoro e d’impresa definibile come Adrianesimo, che testimonia la concretissima possibilità di far convivere esigenze produttive, benessere materiale, pienezza umana.

Un modello imprenditoriale che, in modo diretto o indiretto, continua a ispirare un numero sorprendente di imprenditori e di imprese, in Italia e nel mondo.

Gli 8+ valori d’impresa secondo la concezione di Adriano Olivetti

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Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva e non giovi a un nobile scopo

Lavoro

Il movente del lavoro da puramente mercantile diventa elemento capace di dare un senso alla vita di chi lavora, si carica di valore esistenziale e di respiro etico.

Adriano sottrae il lavoro al mero calcolo economico. Il lavoratore riscopre nel suo lavoro fini in cui può rispecchiarsi, sente il valore sociale del lavoro, collega l’attività lavorativa a un senso non ridotto al puro profitto-prestazione.

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Può l’industria darsi dei fini? Si trovano questi semplicemente nell’indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una vocazione anche nella vita di una fabbrica?

Responsabilità

Il fine dell’impresa non è riducibile al puro profitto. Per Adriano l’impresa, sotto semplice condizione di profitto, esiste innanzitutto per circolarmente restituire valore, per creare e diffondere, al proprio interno e nelle realtà circostanti, una sempre maggiore qualità di vita, in vista dell’elevazione materiale e spirituale dei luoghi dove si trova ad operare.

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Io credo – anche – in una società rinnovata, che esalti e non opprima, che riconosca e non disprezzi, che accetti e non respinga l’ordine umano e divino che risplende nella verità, nell’arte, nella giustizia, e sopra ogni altra cosa nella tolleranza e nell’amore

Spiritualità

L’economia, la produzione e il conseguente profitto trovano senso a patto di costituire mezzi di elevazione spirituale.

Per Adriano la tensione spirituale dell’azienda prende forma secondo quattro direzioni di impegno, che diventano stelle polari dell’agire d’impresa.

  • Verità: scienza, ricerca tecnologica, progresso scientifico messi al servizio dell’essere umano
  • Giustizia: equa redistribuzione della ricchezza prodotta attraverso il lavoro
  • Bellezza: espressione visibile della raggiunta armonia tra esigenze materiali e mete spirituali
  • Amore: fede nell’essere umano, “nella sua possibilità di elevazione e di riscatto”

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L’uomo strappato alla terra e alla natura dalla civiltà delle macchine, ha sofferto nel profondo del suo animo e non sappiamo quante e profonde incisioni, quante dolorose ferite, quanti irreparabili danni siano occorsi nel segreto del suo inconscio.

Glocalismo

Attraverso il lavoro Adriano rende l’agire d’impresa autenticamente glocale. Fonda le strategie d’impresa sul riconoscimento delle specificità (storia, risorse, tradizioni, culture, vocazioni) dei Territori in cui l’impresa si radica e opera. Grazie a ciò rende l’impresa solida e capace di aprirsi al mercato mondiale e alle sfide planetarie

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Il segreto del nostro futuro è fondato sul dinamismo dell’organizzazione commerciale e del suo rendimento economico, sul sistema dei prezzi, sulla modernità dei macchinari e dei metodi, ma soprattutto sulla partecipazione operosa e consapevole di tutti ai fini dell’azienda.

Artigianalità d’impresa

L’agire d’impresa esprime la convinzione che il lavoro non è soltanto un fattore di efficienza funzionale alla produzione, ma un’espressione esistenziale frutto della scelta di vita di chi lavora.

I lavoratori sono chiamati ad essere coscienti della vita spesa nel lavoro e immessa nel prodotto. Il lavoro viene esibito, sfoggiato, debitamente valorizzato. I prodotti sono ben contrassegnati dalla mano intelligente che li ha realizzati. I consumatori vengono educati all’acquisto e al consumo non di astratte merci feticcio, ma di artefatti realizzati sempre da qualcuno per qualcuno.

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Organizzando le biblioteche, le borse di studio e i corsi di molta natura in una misura che nessuna fabbrica ha mai operato abbiamo voluto indicare la nostra fede nella virtù liberatrice della cultura.

Intelligenza diffusa

L’agire d’impresa è fondato sulla funzione Ricerca e Sviluppo, nella quale è trasversalmente impegnata l’intera impresa.

L’impresa viene intesa come Laboratorio permanente all’interno di una dimensione di dialogo e scambio.

Per ciascun lavoratore vi è la possibilità di proporre cambiamenti e miglioramenti, di poter innovare e sperimentare, mentre fruisce della necessaria formazione e cresce culturalmente.

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Questa fabbrica si è elevata, nell’idea dell’architetto, in rispetto della bellezza dei luoghi e affinché la bellezza fosse di conforto nel lavoro di ogni giorno.

Est-Etica

Nell’Olivetti di Adriano l’estetica diventa espressione di un’etica, di un modo di essere e di fare. Forma, significato, funzione (di un edificio, di un prodotto, di una comunicazione) sono intese come variabili armonicamente indissolubili. Il disegno, le forme, i colori, gli spazi non sono accessori, appendici, supplementi di qualità dell’agire d’impresa: la loro bellezza trasmette e riflette la perfezione interna, il giusto ordine, l’appropriata sistemazione, vale a dire la tensione etica che anima chi li ha realizzati.

Etica ed estetica sono in relazione circolare: estetica che esprime un’etica, cioè un modo di costruire relazioni con il mondo; etica che si manifesta attraverso un’estetica. Dall’etica un’estetica, dalla ricerca estetica una vita morale.

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La nostra società crede nei valori spirituali, nei valori della scienza, crede nei valori dell’arte, crede nei valori della cultura […] Crede soprattutto nell’uomo, nella sua fiamma divina, nella sua possibilità di elevazione e riscatto.

Valore dell’intangibile

L’intuizione imprenditoriale di Adriano è chiarissima: chi acquista un prodotto non fa sua soltanto una merce, diventa partecipe degli intenti, del progetto, della qualità di vita di chi quel prodotto ha concepito e realizzato. Ciò che viene realizzato esprime un progetto tecnologico animato da un’idea dell’uomo e del lavoro, da una visione della vita. Al suo interno si può sentire pulsare l’insieme delle forze materiali messe al servizio di mete spirituali.

I prodotti veicolano un mondo produttivo fatto di efficienza e contemporaneamente di rispetto per l’essere umano, di giustizia, di verità, di bellezza. Acquistandoli e utilizzandoli si entra a far parte della civiltà italiana del buon vivere e del ben lavorare.

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Un organismo è armonico ed efficiente soltanto quando gli uomini preposti a determinati compiti possano esplicarli mediante contatti diretti.

Contatto

Motore dell’agire d’impresa è la relazione, l’incontro tra persone capaci di reciprocità. Il principio del dare-ricevere-restituire in forma allargata genera appartenenze dinamiche, favorisce il dialogo costante tra le parti del sistema organizzativo.

Le diversità prospettiche riescono così a connettersi e coordinarsi attraverso mobili frontiere spaziali, concettuali, spirituali.

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