Terre di Lavoro

Il Paesaggio interpretato e comunicato attraverso l'identità lavorativa dei Territori.

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I fratelli Marina e Salvatore Zeoli, ridando vita alla dimora di famiglia intendono far fiorire un territorio ricco di storia, cultura e lavoro. Marina Zeoli ci racconta che cosa vuol dire fare impresa giovane in Molise.

Con il progetto Essentia avete riportato a nuova vita l’antico casale di famiglia per condividere una ricchezza culturale, gastronomica e naturalistica. Quanto è importante per la vostra impresa la storia di questo luogo?

Penso che sia l’aspetto che caratterizza tutto il nostro progetto, che ci dà identità: è l’ambiente in cui abbiamo vissuto, quello che abbiamo respirato, è quello che ci ha formato come persone. È un luogo che ci ha accompagnato nei vari momenti della nostra vita in maniera diversa: da bambini era un luogo di gioco, da ragazzi un posto con cui condividere con gli amici un momento di serenità. Oggi abbiamo cercato di realizzare un luogo dove lavorare dando l’opportunità agli ospiti di vivere un territorio intriso di storia e di tradizioni.

Si può dire che quando offrite ospitalità offrite ai vostri ospiti la possibilità di condividere anche la vostra storia?

Assolutamente sì, soprattutto grazie al fatto che abbiamo impostato la nostra attività sui piccoli numeri e sull’interazione diretta, umana e personale con gli ospiti. Magari non tutti possono apprezzarlo, ma è un modo per rivivere quel senso di socialità e convivialità che arriva dal mondo rurale, da quello che io, tramite i racconti, ho assaporato. Il fatto di vivere insieme un’esperienza rurale, di stare insieme, genera un senso di appartenenza diverso che oggi manca in alcuni momenti della vita. Secondo me si può dire che offriamo non solo ospitalità, ma anche il senso di appartenenza ad un luogo e al suo spirito.

Il vostro progetto si lega in maniera profonda con i lavori tradizionali del luogo, nel tentativo di preservarli e di valorizzarli. Siete riusciti a sensibilizzare la comunità verso un modo rinnovato di guardare al lavoro?

Siamo ancora in una fase iniziale, ma è sicuramente la strada che dobbiamo percorrere. Penso che rappresentiamo un esempio concreto di come si può dare vita ad un percorso di recupero dei valori del territorio, e grazie alla nostra iniziativa forse sarà più facile che qualcosa germogli. La concretezza è il nostro messaggio oltre le parole, un messaggio di lavoro e di impresa che può coinvolgere una comunità che riconosce soprattutto i valori del fare. Attualmente pochi passi sono stati fatti, c’è da lavorare molto sotto questo punto di vista. Il modo di pensare non lo si cambia in un giorno, è un seme che va piantato, va curato e fatto crescere.

Il turismo, e in special modo, quello naturalistico e gastronomico sono un’opportunità per il Molise. Conoscete realtà simili alla vostra? Se sì, state pensando ad un sistema per fare rete?

Abbiamo iniziato un percorso di coinvolgimento di altre realtà, non si tratta di altre strutture ricettive, ma di attività che si integrano alla nostra. Il titolare di una di queste ci teneva a conoscerci e capire quello che stavamo facendo, ha trascorso un week-end nella stanza del grano (le nostre stanze a tema richiamano i prodotti del nostro territorio) per vivere in prima persona il messaggio che vogliamo trasmettere. Grazie a quest’incontro siamo riusciti a creare quella sintonia di comunità che ci permette di pensare ad una strategia comune per la promozione del territorio e delle sue attività. È di questo che abbiamo bisogno, l’integrazione e la collaborazione con le altre attività sono fondamentali per portare avanti le nostre idee. Siamo solo all’inizio ma il riscontro è molto interessante.

Essentia comunica un lavoro inteso non soltanto come atto produttivo, ma come arte di vivere, in cui le persone e le relazioni costituiscono la vera bellezza. Qual è il vostro target, che tipo di clienti scelgono la vostra dimora rurale?

Lavoriamo su target differenti, dobbiamo migliorare le nostre capacità di profilazione e di marketing, ma il riscontro è positivo da parte di tutte le diverse tipologie. Ciò che accomuna la nostra clientela è la voglia di essere a contatto con la natura, di tornare a sentire qualcosa di vero. L’autenticità può essere apprezzata sotto varie forme: l’assaporare qualcosa di genuino, il contatto con la natura, la pace e la tranquillità, ma anche il rapporto con noi e con la nostra storia. Autenticità è la parola che racchiude la nostra filosofia, è ciò che sta dietro i prodotti e i servizi che proponiamo. Le esperienze che avvieremo nei prossimi mesi mirano a trasmettere un po’ di ciò che questo territorio è, sia da un punto di vista dell’agroalimentare che delle tradizioni. L’autenticità è la mission di Essentia, tutto ciò che si fa deve essere vero, deve essere reale, nel bene e nel male. Magari ad un primo impatto non è quello che tutti possono desiderare, però se si avvicinano un po’ a noi, si accorgono che forse è ciò che davvero cercano.

In quanto giovani imprenditori, cosa significa fare impresa in un territorio rurale in forte spopolamento?

Avere un’attività in proprio significa mettersi in gioco in tutto e per tutto. Essentia ci concede la possibilità di giocare secondo le nostre regole, vogliamo portare alla luce nuove modalità di vita. Secondo le regole di un certo mainstream questi territori non hanno valore. Essentia è il tentativo di andare oltre certi schemi e rimanere più fedeli possibile alla nostra identità. Non c’è solo una questione nostalgica o passionale nel portare avanti questo progetto, ma il desiderio di dire: il mondo non mi aspetta a braccia aperte, perché buttare via ciò che per me è un valore? Bisogna tentare di fare qualcosa di bello. Nel fare questo tipo di impresa si uniscono una serie di fattori, ma su tutti spicca la passione verso un genere di lavoro che mette radici profonde nel territorio.

Con la vostra impresa proponete un rinnovamento in un paesaggio rurale in difficoltà, di quale tipo di rinnovamento ha bisogno il vostro territorio? Cosa può favorire la vostra iniziativa e iniziative come la vostra?

Realizzare i propri sogni è piuttosto difficile, non esiste alcun tipo di aiuto da parte delle istituzioni. Se fosse solo assenza di supporto sarebbe già un fattore positivo, il problema è quello di incontrare ostacoli posti proprio da chi invece dovrebbe essere di supporto a queste realtà. Non so come si possa risolvere il problema della pubblica amministrazione, è così grande che forse non ha soluzione. Fa male vedere questa distanza dalla realtà, troppo spesso non si è in grado di comprendere la situazione. Non c’è apertura mentale nel capire gli altri ed accettare qualcosa di diverso. Il problema del Molise è sicuramente l’assenza di capitale umano, a cui si lega l’assenza di una visione futura. Un’assenza di progettazione in grado di traghettare le poche risorse rimaste verso un obiettivo. Bisogna cercare di evitare la dispersione di capitale umano, ad esempio favorendo il ritorno dei giovani in questi territori. Non so se questo avverrà o meno, però è quello a cui ambisco, lavoreremo per rendere visibile a tutti le opportunità e le potenzialità di vivere in questo territorio. Possiamo contribuire, con la nostra esperienza, ad un maggior dialogo verso una comprensione reale di quelle che sono le urgenze di un imprenditore. Le esigenze di chi vuole dare valore aggiunto a questo territorio.

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