Il Mediterraneo è un’idea del vivere. Una dimensione dello spirito. Più che una geografia, un modo di intendere l’esistenza, smarritosi però nelle pieghe di se stesso.
Quando una civiltà riconosce la sua dimensione più umana c’è il rischio che si abbandoni al semplice, inconsapevole viversi. Si strugga di sé. Si perda in una languorosa e compiaciuta nostalgia di qualcosa che essa ha già trovato. Ebbra di narcisismo, la civiltà mediterranea non si è tradotta in un’organica proposta di civile convivenza. Non è riuscita a passare dal vissuto al programma. Non si è articolata all’interno di adatti contenitori istituzionali. Non è andata oltre la suggestione poetica e letteraria. Non ha avuto il coraggio di darsi indirizzo teorico. Privandosi così di nerbo filosofico, di valenza politica, di forza economica.
Dobbiamo allora riscattare il pensiero mediterraneo.
Dal suo lassismo, dalla sua neghittosità, dall’indolenza colpevole. Dal suo irresponsabile disincanto, rivolto innanzitutto verso se stesso. Dobbiamo redimerlo da un’ironia trasformatasi in nichilismo accidioso, da una convivialità fattasi anarchia, da una ricerca della felicità fermentata in zotico edonismo.
E forse dobbiamo incominciare a intendere la mediterraneità come valore universale.
Un condensato di idee del vivere che, nate e cresciute nel sud dell’Europa, hanno germinato in giro per il mondo. Generando ibride mediterraneità, nei luoghi più impensati e nelle modalità più sorprendenti.
Mediterraneità è ovunque si guardi in una certa maniera alle cose fondamentali della vita.
All’anima materiale dell’essere umano. Ai colori, ai sapori alla luminosità delle cose. A ciò che è essenziale, e che dura, oltre le nostre singole, brevi esistenze. Mediterraneità è nel valore delle relazioni, nel peso del dono, nella ricerca del non effimero. E’ nel senso dato al lavoro e al valore non soltanto economico di ciò che da esso scaturisce. Mediterraneità è un modo di vivere che accomuna centinaia di milioni di persone. Il più delle volte nella loro totale inconsapevolezza di avere una patria ideale e una famiglia comune.
È tempo di riunire i tanti “mediterranei” e renderli coscienti della loro identità più profonda.
Per ridare forza e peso ad una visione del vivere che può essere decisiva per ridare luce ad un mondo attraversato da foschi bagliori di tenebra.
Immagine: “I MEDITERRANEI – SEDIE LOVE DIFFERENCE” di Michelangelo Pistoletto & Juan E. Sandoval
