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La rinascita dei pennarelli Carioca

Pennarelli Carioca

Il marchio Carioca rinasce. È andata a buon fine la procedura di concordato preventivo che porterà la nuova società Carioca – che fa capo alla Zico Holding, società partecipata dalla famiglia Toledo e altri soci privati – a far rinascere lo storico marchio italiano, dopo la crisi che aveva portato alla richiesta di fallimento della Universal.

Quella dei pennarelli Carioca è una bella storia d’impresa, ma agli occhi di Genius Faber, che fa della valorizzazione dell’italianità lavorativa la propria missione, c’è qualcosa di più. Leggendo i diversi articoli che si sono occupati della transizione, non possiamo fare a meno di registratore la dichiarazione rilasciata da Enrico Toledo, CEO di Carioca Spa: “Fin da subito, entrando in Universal, sono stato rapito dalla professionalità che i prodotti e i dipendenti sapevano esprimere: qualità tutte italiane che per oltre 50 anni hanno contribuito a rendere Carioca leader nel settore dei pennarelli”.

Qual è il valore aggiunto di un piccolo oggetto nato alle porte di Torino e destinato a colorare le tavole e i fogli da disegno di generazioni di bambini, studenti, grafici, disegnatori? La creatività, i valori oggettivi di qualità, certo, ma anche e soprattutto il genere e la specificità di lavoro, tutte italiane, che lo hanno generato.

“Ci hanno fatto diventare pittori – scrive sul suo blog Andrea Cascioli, disegnatore per la Bonelli del fantascientifico Nathan Never – copertinisti, disegnatori, fumettisti, fashion designer, scenografi, progettisti, illustratori, designer di mobili, di arredi, di automobili, di biciclette, di oggetti e tutto quello che c’è di meglio in Italia. Ci hanno fatto diventare Artisti”.

Un pennarello non vale un altro, ed Enrico Toledo (ex Kimberly Clark, l’azienda dei fazzoletti Kleenex), insieme alla squadra tutta italiana di manager provenienti da esperienze in grandi aziende, intende rilanciare il marchio insistendo proprio sulla creatività italiana e su un saper fare che prosegue dagli anni Cinquanta, quando i pennarelli Carioca furono inventati dall’imprenditore Alessandro Frola.

Il giro d’affari stimato per il 2015 è di 22 milioni, con prodotti esportati all’85%. L’obiettivo è quello di “arrivare a superare in cinque anni i 35 milioni di giro d’affari – dichiara Toledo al Corriere – Vendiamo già in oltre 60 Paesi e dovremmo arrivare a una settantina. Questa era un’azienda solo manifatturiera, noi ci vogliamo concentrare sul lato commerciale e sul marketing riducendo la produzione per conto terzi, che pure è importante. In Italia stiamo spingendo per rientrare in tutta la grande distribuzione e ci stiamo concentrando sul pubblico dei bambini fra un anno e otto anni, abbassando il target anagrafico. È un segmento di mercato che, benché attratto dalle tecnologie, ha ancora spazio”.

Lasciamo la conclusione di questa bella storia italiana alla penna, anzi, al pennarello di Cascioli, che nell’ironico e appassionato articolo apparso sul suo blog scrive:

Quando ero bambino detestavo quando si scaricavano. Oggi che sono grande scopro che si scarica molto più spesso il mio telefono. Usateli ancora, non c’è solo l’elettronica. Regalateli ancora, non c’è solo la playstation. Ai pennarelli Carioca io dedico il mio ringraziamento.

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