Terre di Lavoro

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Genius loci e territorialità

Genius Loci e territorialità

I luoghi hanno un’anima.
Il nostro compito è di scoprirla.

James Hillman – L’Anima dei luoghi

Nella mitologia greca e romana ciascun luogo veniva legato a un particolare nume tutelare o Genius Loci. Ogni fonte, montagna, valle aveva una divinità tutelare. Il Genius loci era un dio minore che non viveva sull’Olimpo, ma in una certa città, campagna.

Il Genius loci aveva un particolare rapporto con l’armonia del posto e presiedeva alla buona relazione tra i diversi elementi presenti nell’ambiente circostante: acqua, venti, vegetazioni, costruzioni. Si irritava se le caratteristiche e le specificità del luogo venivano alterate da azioni e gesti non in accordo con la sua natura.
La formazione dell’anima di un luogo era intesa come frutto di un processo lungo, la derivazione del deposito e dell’accumulazione di affetti operato dalle diverse generazioni di persone che li avevano abitati in precedenza. Il Genius Loci era il sedimento di memorie e storie collettive.

Nel pensiero antico i luoghi e gli oggetti avevano un’anima. Nella nostra cultura, i luoghi sembrano aver perso l’anima.

Questa “involuzione” sembra avere le origini a partire dalla rivoluzione scientifica del Seicento: l’individuo diventa centrale, la specificità di ciascun luogo viene sostituita con l’idea di uno spazio “vuoto” e anonimo. Avete presenti i “non luoghi”?

Eppure basta osservare quello che ci circonda per avvertire nell’aria il bisogno diffuso di ritornare a pensare ai luoghi in un modo diverso.

Diversi sono i segnali lanciati. Il dibattito acceso intorno al tema del territorio e della territorialità tra vari studiosi e opinion leader. L’uso strategico nel marketing da parte delle aziende, per cercare di attribuire un tratto localmente riconoscibile ai prodotti venduti, e così anche nell’allestimento dei punti vendita. I comportamenti di acquisto dei consumatori, all’insegna della filosofia a km0, della ricerca e valorizzazione delle specificità regionali. La necessità di creare comunità intorno al territorio laddove eventi catastrofici ne hanno minato l’identità collettiva.

Quali sono le ragioni di questo bisogno di parlare di territorio? E quali potenziali possono esserci dietro a una filosofia di valorizzazione del genius loci?

Forse è la mancanza di radici a muovere questa tendenza. La sensazione di essere immersi in un mondo globale ormai senza confini ci esalta da un lato, ma rende più forte il bisogno di sentirci vicini a un territorio.

L’innovazione tecnologica ci porta a muoverci in un contesto così ampio, siamo immersi in dinamiche globali così grandi e complesse da perdere la sensazione di poter governare o incidere su alcunché. Forse è per questo che abbiamo bisogno di pensare più “locale”? Per sentire dei confini, per riappropriarci di uno spazio e di un tempo che restituisca valore alle nostre identità? Sentirsi parte di qualcosa è importante. Abbiamo bisogno di sentirci appartenere a un territorio, di riconoscerci in luoghi, oggetti, situazioni, riti che ci sono familiari e “domestici”. C’è bisogno di sentirci legati e appartenenti a qualcosa di più grande e condiviso, riconoscerci in simboli che rappresentano la nostra stessa storia, sentirci radicati in qualcosa di stabile e rassicurati nella nostra sfera affettiva.

La riscoperta del territorio non c’entra forse con il bisogno di Genius Loci?

Il Genius loci ha a che fare con la qualità dell’atmosfera condivisa di una comunità. Il Genius loci permette di creare connessioni e legami con un territorio dotati una valenza simbolica. Vale la pena di riprendere la lezione dimenticata dei nostri antenati. Dobbiamo riscoprire qual è lo spirito dei luoghi a cui apparteniamo, e salvaguardarlo. Dobbiamo riscoprire l’anima del territorio a cui apparteniamo e con lei riconciliarci.

Un legame importante anche per le imprese.

Nelle aziende, coltivare il Genius Loci è alla base della formazione dell’identità del gruppo, promuove il senso di appartenenza, collega la sfera più operativa del lavoro alla sua base affettiva. E’ alla base della capacità di essere focalizzati sulla missione aziendale. Dona all’impresa una identità collettiva che va oltre ai confini aziendali, per estendersi a quelli del tessuto sociale della comunità di riferimento. Riscopre e valorizza legami di lunga data e sopiti nel tempo. Crea significati condivisi.
Il ripristino del legame con il Genius Loci, è fondamentale all’interno dell’azienda per prendersi cura del benessere dei dipendenti. Per dotarla di una solidità affettiva capace di tradursi poi in azioni efficaci per il raggiungimento di obiettivi di business.

Il Genius loci come “anima profonda” del radicamento identitario.

La scoperta del Genius Loci può aiutare a rinsaldare il legame col territorio con un approccio autenticamente orientato, al di là di indirizzi più superficiali. Permette di valorizzare identità, realtà e tradizioni locali consolidate nel tempo e allo stesso tempo si concilia con la volontà di azione dell’impresa. E’ il fare aziendale che si concilia con l’amare. Solo così il territorio può diventare capace di dare a imprese e a soggetti istituzionali un plus competitivo per dialogare con il mondo, pur partendo dall’ancoraggio al territorio locale, e per agire in una visione glocal.

 

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